Non capita tutti i giorni di poter camminare dietro ad una cascata e questa credo sia la maggior peculiarità di questa cascata islandese. Il tempo che ci ha accolti era grigio, piovigginoso e ventoso, ma nonostante tutto, la gioia di poter fare questa bellissima esperienza ci ha reso tutto meraviglioso... poi... tanto dovevamo bagnarci per passare lì dietro... quindi pazienza se veniva un po’ d’acqua anche dal cielo!
Seljalandsfoss non è molto distante dall’altra celebre cascata Skógafoss e infatti noi le abbiamo visitate entrambe lo stesso giorno.
Il fiume che genera la cascata si chiama Seljalandsá, che in islandese vuol dire “Fiume Liquido” e precipitando giù di una scogliera che un tempo finiva dritta nell’oceano, compie un salto di 60 metri.
Esiste un sentiero che sale fino a raggiungere la parte alta della cascata per poter ammirare il getto d’acqua che compie il suo salto; noi però non lo abbiamo percorso in quanto poi siamo andati a scoprire un’altra cascata, nascosta, incastonata in uno stretto canyon.
Il sentiero che conduce dietro la cascata Seljalandsfoss è abbastanza semplice da percorrere ma bisogna prestare attenzione in quanto, essendo perennemente bagnato, è molto scivoloso. Vi garantisco che sarà un’esperienza che vi appagherà, basta portarsi qualcosa di impermeabile e vi godrete questa passeggiata al meglio!
Proseguendo per altri 800 metri circa, sul lato sinistro della cascata, avrete la possibilità di andare alla scoperta della cascata nascosta, di dimensione più piccole, ma molto particolare. Gljúfurárfoss, questo è il suo nome, precipita all'interno di un piccolo canyon nascosto, e per arrivarci bisogna guadare un piccolo torrente. Per agevolare il passaggio sono state posate lungo il torrente delle pietre più grandi al fine di bagnarsi il meno possibile. Appoggiandosi alla parete si avrà poi un appiglio sicuro per non rischiare di scivolare.
Inevitabile dirvi che anche qui ci si bagna un pochino, perciò è essenziale avere un giobbotto/k-way impermeabile e delle scarpe adeguate per sentieri scivolosi e bagnati. Stesso discorso vale per le apparecchiature fotografiche/video che qui sono messe a dura prova.