Oggi vi porteremo alla scoperta di un altro posto molto caratteristico del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Infernaccio è sicuramente un nome ambiguo che incute timori e paure, invece al contrario di quello che si possa pensare è un posto veramente particolare e incantevole. Si tratta di una stretta e profonda gola dove al suo interno scorre il fiume Tenna, la cui sorgente si trova incastonata risalendo la stretta vallata.
Arrivarci non è difficile: ci troviamo nel cuore all’ascolano e più precisamente a Montefortino, un caratteristico comune dalle bellezze antiche.
A pochi chilometri da qui, in direzione Montefortino, incontriamo un incrocio sulla sinistra che ci indica Gole dell’Infernaccio. Proseguendo la strada troviamo un ulteriore incrocio segnalato che ci direziona su una strada bianca, la quale, dopo circa tre chilometri, ci conduce a destinazione. Durante il tragitto si può notare l’avvicinarsi ad una stretta gola rocciosa che pian piano si fa sempre più caratteristica ed unica.
Questo posto è molto conosciuto e altrettanto frequentato specialmente nei giorni festivi. Tutta questa popolarità è dovuta a diversi fattori; l’aspetto naturalistico, geologico, percorsi semplici e relativamente corti, la presenza di una chiesa in mezzo alla montagna, una stupenda faggeta, la sorgente del fiume, ecc...
Il percorso inizia principalmente su una strada bianca che scende in discesa per circa un chilometro. Mentre si percorre questa strada si consiglia di guardare ogni tanto sulla parete destra dove si possono ammirare delle cascate. Finalmente si arriva alla bocca della gola. Qui una splendida pioggia di cascatine scendono delle altissime rocce sovrastanti; non a caso vengono chiamate “le pisciarelle”. Inizia qui il percorso vero e proprio che ci immette nell’ingresso della gola dove si può notare anche l’imbocco di una galleria, chiuso da una grata, che poi vi spiegherò a cosa serviva.
Il sentiero si interseca nella gola affiancando e attraversando il fiume che frusciante scorre verso valle. Per circa 15 minuti si rimane nella parte più stretta e caratteristica della gola. Non affrettatevi ad uscire, non passate a testa bassa... fermatevi di tanto in tanto ad ammirare quello che vi circonda. Uno spettacolo così è difficile rivederlo dalle nostre parti e tanto più difficile è fotografarlo. Dopo il sisma del 2016 queste gole sono state chiuse al pubblico per motivi di sicurezza; ad oggi sono fruibili liberamente anche se rimangono evidenti i massi caduti lungo il percorso. Il sentiero in qualche punto è abbastanza scivoloso, specialmente se è piovuto da qualche giorno o addirittura, come nel nostro caso, se ci sono ancora blocchi di neve che tendono a sciogliersi lentamente.
Gole dell'Infernaccio - Montefortino (AP)
Ad un certo punto la gola si allarga leggermente dando spazio ad una stupenda faggeta. Il tratto delle gole più caratteristico rimane ormai alle nostre spalle e poco più avanti si incontra un bivio facilmente riconoscibile. Procedendo a sinistra si prosegue verso le sorgenti, costeggiando il fiume Tenna, mentre a destra si sale verso la montagna. Lo scopo della nostra escursione è quello di raggiungere l’Eremo di San Leonardo che si trova in cima al monte di destra. Un largo stradello che attraversa una fitta faggeta ci porta lentamente a salire fino a raggiungere il traguardo prefissato.
Su un terrazzo naturale che sovrasta la gola, circa 45 anni fa un prete ha costruito una piccola casina dove aveva deciso di vivere da eremita. Il suo nome era Padre Pietro. Piano piano poi, con le sue sole forze e vivendo esclusivamente di carità, ha iniziato a costruire una chiesa adiacente la casa.
Io per la prima volta ci sono stato nel 2004 ed ho avuto l’occasione di conoscere il cosiddetto “prete muratore”. A suo tempo aveva quasi terminato la sua opera, mancava solo la porzione più alta del campanile. Ricordo ancora il suo piccolo trattoretto con il rimorchio parcheggiate di fianco la chiesa: gli serviva per recarsi in paese per fare spese e trasportare il materiale edile per la costruzione della chiesa. La galleria a cui facevo riferimento prima serviva per oltrepassare la prima parte della gola; onestamente ignoro se la stessa sia stata realizzata esclusivamente per lui o già esisteva per altri scopi.
La sua vita si è svolta praticamente in questo luogo dove ha vissuto esclusivamente di carità e con la vendita di un libro da lui scritto. L’inverno però, essendo molto lungo e freddo in questo luogo, si dice scendesse in paese dove veniva ospitato dalle suore.
Padre Pietro Lavini, l’eremita dell’Infernaccio, è morto nell’agosto del 2015 lasciandoci in eredità questa splendida costruzione e tanti buoni insegnamenti. L’Eremo di San Leonardo è divenuto punto di riferimento per molti cristiani, turisti ed escursionisti che ogni anno si recano in questo luogo per portargli un saluto e una preghiera.
A seguito del sisma 2016 l’eremo ha subito danni strutturali al campanile e a una porzione della chiesa. Dopo un’accurata messa in sicurezza sono riusciti a ripristinare parzialmente l’accesso alla chiesa e pertanto ad oggi risulta fruibile e visitabile. Noi ci siamo stati il 25 aprile e c’era un cartello che comunicava addirittura una messa per il primo maggio.
Gole dell'Infernaccio - Montefortino (AP)
Davanti la chiesa troviamo dei prati e una fontanella di acqua potabile dove è possibile bivaccare e riporarsi. In totale ci vuole poco più di un’ora per arrivare sino a questo punto. Moltissima gente, tra cui anziani e bambini, viene a visitare questo posto ormai definito “sacro”. Da lassù una visuale unica: la gola ai nostri piedi, imponenti pareti rocciose sopra le nostre teste, spettacolare panorama in lontananza !!!
Senz’altro un posto degno di nota nelle nostre spettacolari Marche e punto cruciale per la visita del Parco Nazionale dei Monti Sibillini!!!
Dalla chiesa poi, per chi non si stanca mai come noi, inizia un ulteriore percorso di poco più di mezz’ora, con il quale si raggiungono le “cascatelle”. Questo è il nome del posto anche se poi la vera e propria attrattiva è un’unica stupenda cascata, denominata “Cascata nascosta”, che scende imponente da un’ulteriore gola. Intorno ad essa decine di cascatelle gocciolano giù dalle ripide pareti creando poi un ruscello che scende silenzioso a fondo valle.
A differenza della precedente escursione abbiamo incontrato nel nostro cammino molto alberi caduti a causa della neve. Il sentiero pertanto è un po’ accidentato e in alcuni tratti impervio. Mia figlia di 10 anni, abituata a camminare e arrampicarsi ovunque, è riuscita a raggiungere la cascata, ma mi rendo conto che questo percorso non è proprio adatto a tutti.
Se siete degli escursionisti esperti potete invece imboccare il sentiero che sale alla sinistra della fontana; se si prosegue fino in alto si raggiunge la cima del Monte Priora oppure verso la metà si può scegliere di rimanere a mezza costa, a sinistra, fino a raggiungere Capotenna.
Gole dell'Infernaccio - Montefortino (AP)
A questo punto non resta altro che tornare indietro per la strada percorsa e dirigersi verso il punto di partenza. Quello che ci lasciamo alle spalle è un vero e proprio spettacolo della natura, una gola scavata lentamente nei secoli dove l’acqua scorre incessante ed inesorabile.
Se volete un consiglio cercate di evitarlo nei giorni festivi e in agosto quando l’afflusso di turisti è davvero massiccio. Non tanto per la gente che si incontra nel sentiero, quanto più per trovare un parcheggio nelle vicinanze delle gole in quanto, non essendoci dei veri e proprio parcheggi, si è costretti a posteggiare lungo la strada sterrata.
Con questo vi saluto e vi invito a GUARDARE IL VIDEO che ho realizzato durante la nostra escursione.
Se vi occorre un alloggio nelle vicinanze posso suggerirvi l'agriturismo La locanda di Ulisse. Noi ci abbiamo alloggiato diversi anni fa e ci siamo trovati molto bene.
VIDEO dell'escursione alle Gole dell'Infernaccio
VIDEO dell'escursione alle Gole dell'Infernaccio