Un giorno da minatore
Il nostro weekend di metà ottobre sul Monte Amiata è cominciato con la visita al Parco Museo Miniera di Abbadia San Salvatore, con una guida eccezionale, un uomo che per svariati anni ci ha lavorato, fino a che non è stata definitivamente chiusa negli anni Novanta. Ci troviamo proprio nei pressi dell’abitato di Abbadia San Salvatore, un comune di oltre seimila abitanti ai piedi del Monte Amiata, la cui economia dell’ultimo secolo è ruotata proprio intorno a questa miniera.
UN PO’ DI STORIA DELLA MINIERA
Nel lontano 1897, per volere di una società tedesca, si creò la Società delle Miniere di mercurio, per sfruttare questo prezioso elemento intrappolato nei blocchi di cinabro. Nel 1899 ci fu l’accensione del primo altoforno e in circa 20 anni le miniere del Monte Amiata divennero, per quello che riguarda l’estrazione del mercurio, tra le più importanti e famose al mondo. Per gli abitanti del posto, che fino a quel momento vivevano essenzialmente grazie al commercio di legna, fu una svolta, infatti trovarono tutti lavoro in miniera.
Intorno al 1960/70 si intensificarono sempre più gli studi riguardo alla pericolosità del mercurio, per cui ci fu un crollo in borsa di questo minerale e piano piano portò alla chiusura di tutte le miniere di mercurio, anche di questa di Abbadia San Salvatore. Nel 1972 cessò definitivamente la sua attività, ma per bonificare la zona e metterla totalmente in sicurezza ci vollero anche una ventina di anni. Ad oggi ci sono ancora 35 chilometri di gallerie che corrono a 400 metri di profondità nel sottosuolo.
IL PERCORSO DI VISITA
Nel 2016 è stato inaugurato il percorso multimediale che porta a scoprire uno spaccato di storia di questo territorio, attraverso le vicende di chi in miniera ci ha lavorato, logorando la propria gioventù e la propria salute.
Subito la nostra guida ci ha accompagnato all’ingresso della Galleria VII e prima di aprire la porta ci ha fatto notare come “si timbrava il cartellino” in miniera. C’erano e ci sono tutt’ora due pannellini appesi al muro dove appiccare una specie di medaglie forate al centro. Quando si arrivava all’inizio del turno la medaglia la si spostava dal pannellino di sinistra a quello di destra e all’uscita dalla miniera si faceva l’esatto contrario; questo permetteva di sapere in maniera efficace se qualcuno era rimasto dentro, magari vittima di un incidente. Nonostante le dure condizioni di lavoro all’interno della miniera, gli incidenti mortali sono stati veramente pochi, in quanto avevano organizzato un sistema di sicurezza ineccepibile.
La porta si apre e noi siamo pronti a salire sul trenino!!!
Il vagone dei minatori percorre la galleria per un tratto di circa 250 metri e man mano si ferma per mostrarci le ricostruzioni di alcune ambientazioni di lavoro corredate di utensili e macchinari. La nostra guida ci ha spiegato in maniera molto chiara come avveniva il lavoro all’interno, e con gli occhi di chi lo ha vissuto sulla propria pelle, ci ha raccontato anche aneddoti legati alla galleria e al lavoro dei minatori. La polvere, il caldo asfissiante e l’umidità erano i nemici principali dei poveri minatori. Di fatto il Monte Amiata è un vulcano e in alcuni tratti la roccia supera anche i 70 gradi; ad oggi si possono ancora riscontrare dei fenomeni secondari legati a ciò, come ad esempio la presenza di acque calde e termali. Il Monte Amiata è anche ricco di acqua e in miniera, mentre si scavava, non di rado capitava di trovare qualche vena d’acqua che rendeva il lavoro ancor più difficoltoso.
Il percorso approfondisce alcun momenti particolarmente significativi del lavoro di miniera, come i fronti di escavazione con terreni contenenti cinabro e l’arrivo dei carrelli alla bocca del pozzo, e illustra l’evoluzione dei sistemi di lavoro, a partire dagli anni ’20 fino ad arrivare agli anni ’50 del Novecento, entro un’atmosfera suggestiva di suoni e di odori.
E’ stata veramente una visita stupefacente e molto di quello che ci ha raccontato la nostra guida è rimasto impresso anche a nostra figlia, che tornando a casa ha avuto molto da raccontare ai nonni. Sembra sempre che i bimbi siano un po’ distratti, invece poi capita che li senti raccontare ad amichetti o parenti e pensi: “ma cacchio, allora era interessata e stava a sentire e le è rimasto impresso qualcosa anche di questa visita!!!”
Usciti dalla galleria abbiamo avuto la possibilità di visitare anche gli ambienti esterni in cui avveniva la lavorazione e la trasformazione delle pietre estratte dal sottosuolo. La guida ci ha raccontato tutti i passaggi mostrandoci macchinari illustrandone il funzionamento. Agli occhi di molti potrebbe risultano anche noioso ma a me è rimasto particolarmente impresso considerando poi il periodo di cui stiamo parlando. Queste aree esterne non sono tenute molto bene in virtù del fatto che non fanno parte della visita classica, però vi assicuro che è stata un’esperienza indimenticabile.
Al termine del giro esterno siamo rientrati nel Museo in quanto avevamo tralasciato la sala multimediale, anch’essa molto interessante per acquisire nuove informazioni. Ai lati della stanza hanno messo gli stretti armadietti dove i minatori lasciavano le loro poche cose in loro possesso prima di addentrarsi nel sottosuolo. Gli armadietti si potevano aprire e in ognuno c’era qualche oggetto dei minatori: la tuta, gli stivali, il caschetto... qualcuno aveva attaccato una foto o una poesia allo sportello! Inoltre, ogni volta che veniva aperto un armadietto, si attivava l’audio con la voce di chi in miniera ci ha lavorato ed un breve racconto ci portava indietro nel tempo, a vedere le cose con gli occhi di quella gente. In altri casi invece erano presenti gli utensili utilizzati per alcune specifiche mansioni, accompagnati dal suono che producevano all’interno della miniera.
La visita all’intera struttura ci ha permesso di immedesimarsi in quei poveri operai che ogni giorno rischiavano la vita e la salute in quegli ambienti ostili e insalubri. Sicuramente una visita interessantissima che consigliamo a tutti, bambini compresi.
Visto che siete in zona vi consiglio di visitare la cittadina di Abbadia San Salvatore, con il suo grazioso centro storico e l'astupefacente addazia. Poco distante invece, trovate le Terme gratuite di Bagni San Filippo dove potrete approfittarne per un rilassante bagno caldo nelle sue acque termali.
Parco Museo Mineraio
Via Suor Gemma, 5
53021 - Abbadia San Salvatore (SI)
Tel.: 0577.778324
Fax: 0577.775221
Email: parcomuseo@comune.abbadia.siena.it
WEB: www2.comune.abbadia.siena.it/parcomuseo