Escursione del 8 luglio 2004
Proprio qualche giorno fa sono stato in questa cittadina del perugino, ma non per visitarla dato che ormai la conosco benissimo, bensì per fare una bella ed affascinante escursione. La partenza è a fondo valle nella parte alta della città a circa 550 m.s.l.m., mentre il traguardo è 800 metri più in su in un posto denominato Eremo di Serrasanta.
Ore 7:03.
Giornata assolata, qualche nuvola sparsa, vento leggero proveniente da ovest, temperatura in veloce aumento.
Partendo dalla stupenda "Rocca Flea", dove ci sono dei comodi e ombrosi parcheggi accanto alla stessa, si sale sulla strada asfaltata alla nostra destra e da lì si raggiunge il muro di cinta del "Convento dei Frati Zoccolanti". Per motivi di tempo non siamo però andati a vederlo. A questo punto, occorre scendere a destra, costeggiando il muro di cinta. Dopo circa 200 metri si prende la strada che sale alla nostra destra, che in breve tempo ci conduce nei pressi dell'"Eremo di Santo Marzio". Anch'esso non è stato degno di nostra visita in quanto avevamo paura che il tempo a disposizione per effettuare tutto il giro non fosse sufficiente.
Davanti a noi abbiamo potuto ammirare la "Gola della Rocchetta" con a destra il "Monte Fringuello" e leggermente a sinistra le pendici del "Monte Serrasanta", dove ripeto si trova il nostro traguardo. Per chi non lo sapesse a Gualdo Tadino c'è l'azienda dell'acqua minerale Rocchetta. Proprio in questa vallata dove tra poco andremo ad inoltrarci è visibile ancora in perfetto stato il vecchio stabilimento, ora decentrato nella zona industriale.
Procediamo scendendo leggermente, lasciandosi a sinistra una casa ristrutturata, con gradonature sostenute da muretti in pietra. Dopo circa 300 metri si incrocia la strada asfaltata che sale attraverso il vecchio stabilimento di cui parlavamo prima; si svolta a sinistra lungo tale direttrice e subito si arriva poco sopra alla "sorgente della Rocchetta"; proseguendo per questa strada essa diventa subito sterrata, si entra così definitivamente nella "Gola della Rocchetta". Qui la larghissima strada aumenta la sua pendenza diventando sempre più stretta nel salire finchè non diventa una vera e propria carrareccia dal fondo sconnesso. La valle si stringe di passo in passo con le pareti rocciose a strapiombo divise da pochi metri. A un certo punto sulla destra appare un solco scavato dall'acqua della larghezza di una trentina di centimetri che sale su una parete quasi verticale per qualche centinaio di metri. Si dice che in cima ad esso ci sia una grotta da cui in tempi indietro fuoriusciva l'acqua. È la "Coda del Diavolo", che ha dato origine a svariate leggende che vedono all'opera il rè degli inferi. Continuando, la gola gradualmente si apre, il pendio della carrareccia si addolcisce dando origine, qualche centinaio di metri più avanti, ad una zona più aperta denominata "Pian della Croce". Qui si incontra uno spiazzo riconoscibile dalla cabina dell'acqua e da alcune staccionate in legno che delimitano una zona destinata a "parco". Proprio in questo punto si snoda sulla destra un'altra stradina che conduce ad un ulteriore percorso che dicano sia molto panoramico. Magari lo farò la prossima volta.
Proseguendo invece a sinistra, in direzione della forra, si arriva subito ad un piccolo incrocio all'interno del bosco in cui sulla destra è segnalata la "grotta di Frate Fava". La curiosità è stata troppo forte... con un nome così :))) La distanza segnalata non era molta e infatti in soli 5 minuti giungiamo a questa fatidica grotta. Non è altro che una semplice grotta profonda circa 6 metri con un'apertura frontale molto ampia (più di un metro e mezzo sia di altezza che di larghezza). Altro non so' di questo misterioso frate. A questo punto si torna indietro finchè non si raggiunge di nuovo il nostro sentiero che, salendo leggermente, conduce al monte Serrasanta in direzione di una piccola forra. Parlo di direzione in quanto a causa delle impervie condizioni del sottobosco non è possibile raggiungerla, a meno che non si segua lo scosceso solco segnato dall'acqua.
Poco dopo la pendenza del tratturo aumenta e, piegando a destra, si inerpica su per le rocce regalando degli straordinari scorci all'interno della rocciosa vallata. In poco tempo si raggiunge il "Fontanile di Campitella", dove ahimè ho sbagliato strada :( Qui l'erba alta ha cancellato ogni tipo di segnaletica. Uno stradello segnato dal percorso degli animali domestici successivamente visti a monte hanno deviato il nostro percorso. Procedendo con molti dubbi ci siamo resi conto che stavamo andando nella direzione opposta a quella presignata. Pertanto, armati di santa pazienza, siamo tornati al Fontanile cercando di capire bene dove stava il percorso. Proprio in prossimità di esso abbiamo ritrovato lo stradello. Il segreto stava nell'attraversare completamente il Fontanile e non passargli intorno come abbiamo fatto noi. Spero che questa indicazione sia utile a chi si ritroverà nelle stesse condizioni. Riprendendo perciò il giusto sentiero si passa all'interno di una faggeta, sempre salendo verso nord-est in un impluvio naturale del monte Serrasanta; non ci vuole molto per uscire dal fitto bosco e toccata una piccola radura che si apre dinanzi a noi, si affronta un sentiero che, salendo in leggera salita, taglia il monte Serrasanta in direzione Ovest fin sopra la "Balza di Mezzogiorno", uno strapiombo che sovrasta la città di Gualdo. Si tratta del "balcone dell'Umbria" da cui si gode una visuale unica sulla valle sottostante e oltre, fino a incontrare in lontananza i dolci profili delle colline umbre. Lasciandosi alle spalle la conca di Gualdo, si raggiunge il crinale antistante procedendo lungo tale spartiacque in notevole pendenza attraverso "le Crocette"; man mano che si sale, la fatica dell'avanzare viene ricompensata da panorami di straordinaria bellezza. La meta non è lontana e la fatica inizia a farsi sentire veramente.
Eremo di Serrasanta
Ore 13:45.
Finalmente si giunge all'"Eremo di Serrasanta", il punto finale e più elevato dell'escursione. Ci troviamo infatti a 1348 metri di quota. Qui un dolcissimo vento fresco allieta la nostra fatica. L'Eremo è costituito da un'anticamera accessibile dove si trovano della panchine per riposarsi e di lì l'ingresso ad una piccola chiesa. A rovinare tutto poi ha contribuito la civiltà. Girando intorno al fabbricato infatti, troviamo un piccolo bar dove potersi rifocillare.
Ho dimenticato di dire che negli ultimi metri della nostra fatica abbiamo incontrato una strada asfaltata e un grandissimo parcheggio il che ci fa intuire che il posto è traguardo di numerose visite.
Certemente non sono tutti pazzi come noi che si fanno certe scarpinate per fare in poche ore 800 metri di dislivello :)))
Dopo aver fatto un bello spuntino e ripreso fiato non ci resta altro che ritornare indietro.
A questo punto l'itinerario prevedeva di scendere girando intorno al Monte Serrasanta in direzione nord-est passando attraverso la "Valsorda". A noi questo non piaceva molto in quanto volevamo raggiungere l'abitato di Gualdo dalla parte opposta di dove eravamo partiti al fine di visitare il famosissimo Convento-Santuario "Madonna del Divino Amore". (da non confondere con quello vicino Roma)
Convento-Santuario "Madonna del Divino Amore"
Pertanto ci siamo armati di senso di orientamento e abbiamo iniziato a scendere fuori sentiero in direzione del Convento. Il percorso è stato aiutato dalla scoperta di un vecchio stradone dove presumibilmente anni indietro era utilizzato per trasportare la legna. Ad un certo punto incrociamo uno stradello che poi risulta segnalato dal CAI. Non sapendo dove portasse di preciso abbiamo comunque proseguito il suo cammino in direzione valle. Il risultato è stato buono a metà... in quanto il sentiero ci ha condotto alla strada comunale di Gualdo a metà via tra la nostra macchina e il Convento.
La decisione è stata condizionata dalla stanchezza. Non conveniva più andare al Convento, altrimenti poi ci aspettava un lungo ritorno alla macchina su un percorso asfaltato. Con la temperatura al di sopra dei 30 gradi non è certo una bella passeggiata!!! Pertanto ci incammiamo verso la macchina che dopo circa 15 minuti incombe davanti ai nostri occhi.
Ore 16:00. (da notare la differenza tra salita e discesa :))))
Come sempre alla fine di ogni escursione, arriva la soddisfazione che sovrasta la stanchezza di aver raggiunto il traguardo. Accanto la Rocca Flea si trova un piccolo giardino pubblico con 2 fontanelle nelle quali è possibile darsi una bella rifrescata.
Il tempo di cambiarsi e via a visitare il Convento... in macchina :)))
Ormai le nostre fatiche sono state ricompensate dalla vista della montagna difronte a noi. Sicuramente un'ottica diversa da quella della mattina.
Il Convento di per sé non è un gran che... forse è più bello fuori che dentro. Ma forse non essendo un grande amante e conoscitore di queste cose non posso neanche permettermi di giudicarle.
Si conclude qui questa splendida giornata immersi nella natura, con il ricordo di tanti bellissimi posti e panorami.
Per chi volesse fare questa esperienza si ricorda che l'escursione è raccomandata ad Esperti Escursionisti (EE), che bisogna avere delle buone scarpe e buon allenamento, in quanto il dislivello è di 800 metri e si fa tutto nella prima parte del percorso senza un attimo di tregua. Portarsi con sè l'acqua perchè al di fuori di quello che si può pensare non ci sono fonti nel percorso... al di fuori del Fontanile di Campitella che non so se è potabile. In alternativa portarsi qualche euro per comprare qualcosa al bar su in cima, ma non conosco i giorni e gli orari. Il percorso da seguire è il numero 208 e vista l'esperienza si consiglia di acquistare una cartina della zona.