Il paese dei cestini
Il viaggio di 16 giorni nella magica terra della Sardegna continua regalandoci grandi emozioni.
Oggi vi porterò a Castelsardo (SS) una cittadina che si trova a nord dell'isola tra Porto Torres e Santa Teresa di Gallura.
Appena si parcheggia e si inizia la passeggiata in salita, incontriamo subito alcuni negozi caratteristici.
Ma cos'è che caratterizza molto questo paese? Principalmente la tradizione lo rende famoso per la creazione artigianale di cesti e cestini di ogni genere. Qui sin dai tempi antichi la popolazione viveva proprio per la produzione a mano di questi cestini. Infatti in tutti i negozietti principalmente si trovano ceste, cestini, canestri e altri oggetti fatti con la vecchia tradizione dell'intreccio. Diversamente dalle mie parti in cui si lavora solamente con i vimini, quì a Castelsardo la materia prima risulta la palma nana. Una volta la palma nana veniva raccolta direttamente dagli artigiani, ma oggi è divenuta una pianta protetta pertanto sono costretti ad acquistarla con un conseguente aumento del prezzo del prodotto finito.
Una signora locale ci ha spiegato in grandi linee la catena di lavorazione del prodotto. Una volta acquistata la palma nana quasi in fase terminale di esiccazione essa si deve mettere a bagno per poi essere lavata e sbiancata. Poi deve assere asciugata, ma non troppo essiccata al sole per non indurirsi e scurirsi. A questo punto si creano listelli di palma pronti per essere lavorati. In alcuni cesti notiano la presenza di colori e pertanto la curiosità ci porta a chiedere all'anziana signora come si fa ad ottenere quell'effetto. Il procedimento è relativamente semplice: si acquista un colorante e ci si mette a bagno la palma nana :)
A questo punto si spiega il perchè del costo un po' superiore alla media di questi prodotti:
1° - Si deve acquistare la palma nana
2° - Il lungo procedimento per la preparazione della palma
3° - Eventuale acquisto di coloranti e procedimento per la colorazione
4° - Lavorazione a mano dell'intero prodotto
Per farvi un esempio io ho acquistato da questa signora due sottopentola molto carini e colorati a 5 euro l'uno, con in più uno sconto di 1 euro (io tiro sempre il prezzo :P). La signora ci ha detto che per farne uno gli ci vuole una giornata di lavoro... pertanto immaginate che irrisorio guadagno potesse avere. Mentre parlavamo ne stava preparando uno davanti ai nostri occhi e vi assicuro che il procedimento non è affatto semplice nè tantomeno veloce.
Continua pertanto la nostra passeggiata tra i vicoli di questo borgo medievale dove di tanto in tanto si incontrano negozietti tipici e bancarelle improvvisate davanti alle abitazioni. Sembra che l'unica fonte di sostentamento sia proprio il commercio di questi manufatti e del turismo in generale.
In breve tempo (il paesetto non è molto grande) raggiungiamo quasi la vetta dove troviamo l'ingresso per il castello dei Doria risalente al XIII secolo.
Ci è stato riferito che questo castello ora chiamato "Fortezza dei Doria", a seguito delle continue invasioni ha cambiato diversi nomi. Inizialmente si chiamava "Castel Genovese", poi "Castello Aragonese" ed infine con il nome attuale. Addirittura qualche anno fa questo castello era stato adibito a caserma dei Carabinieri.
Con 2 euro (più che giusti) si può accedere alla visita di questo piccolo castello. All'interno delle stanze troviamo allestito il "Museo dell'intreccio" (Museo etnografico); si tratta in pratica della mostra di ceste, cestini ed oggettistica varia fatta artigianalmente con la vecchia tradizione dell'intreccio. Gli oggetti risultano di epoche diverse e provengono da diversi paesi del mediterraneo e naturalmente dagli artigiani locali.
Dalla parte alta del castello invece si può ammirare uno stupendo panorama che spazia sia sul mare che nell'entroterra. Un po' obriosa è l'antenna dei ripetitori montata proprio al centro del castello :(
La visita non è estremamente lunga, però a quel punto consiglio di usufruire dei servizi igienici all'interno del castello in quanto poi non ne troverete più in giro per il paese :P (così almeno date un senso ai 2 euro :P)
Oltre quello descritto e una chiesetta alquanto anonima il paese non offre altre attrattive. Comunque nei sui dintorni ci sono alcuni scorci che meritano di essere visti, tra cui la famosa "Roccia dell'Elefante". Si trova ad alcuni chilometri da Castelsardo ed è perfettamente segnalata come attrattiva turistica: si tratta di una roccia che assume la forma di un vero e proprio elefante quasi di dimensioni doppie alla realtà. La proboscide è stata troncata qualche anno fa da un incivile turista, comunque rende ancora bene l'idea della sagoma dell'animale.
Se capitate in zona fateci uscire mezza giornata per visitare questo caratteristico paese dove restano ancora vive, anche se sicuramente sempre in diminuzione, le vecchie tradizioni e in particolar modo la creazione artistica e artigianale di prodotti derivati dall'intreccio della palma nana.