San Romedio e la leggenda dell’orso
Incuriositi dalle belle foto viste sul web riguardo al percorso naturalistico percorribile per raggiungere l’Eremo di San Romedio, essendo di passaggio, di ritorno dalla Valtellina, abbiamo deciso di fermarci.
In una caldissima mattina di fine giugno, giungiamo nei pressi del Museo Retico di Sanzeno, parcheggiamo la macchina in un piazzale, ma rimaniamo subito stupiti dal fatto che praticamente era deserto. Ci aspettavamo di certo un po’ più di turisti! Ci incamminiamo per cercare l’inizio del suggestivo percorso scavato nella roccia e invece due ragazzi ci dicono che quel giorno era chiuso per lavori di manutenzione. Sigh !!! Potete immaginare che gran delusione, soprattutto per nostra figlia di 8 anni che ama camminare su percorsi avventurosi (e questo lo sarebbe stato di certo essendo scavato nella roccia). Tempo 10 minuti per raccogliere le idee e capire il da farsi e decidiamo che dal momento che eravamo lì valeva la pena di visitare l’ Eremo di San Romedio.
Con pochi minuti di macchina giungiamo al parcheggio dell’eremo, dove volendo possono arrivare anche i pullman. Da lì con 5 minuti a piedi lungo un sentiero di ciottoli siamo giunti all’eremo e subito un gran senso di stupore ci ha assaliti.
Si trova in un’oasi di pace e di silenzio in mezzo ad un bosco magnifico!
Subito siamo andati al recinto dell’orso (di questo almeno ci eravamo informati) e abbiamo capito che sarebbe stata una visita entusiasmante.
Leggenda dell’orso
Una volta giunti al bellissimo eremo sarà d’obbligo, soprattutto se siete in compagnia di bambini, andare a sbirciare il recinto dell’orso. Vi chiederete: “Cosa ci fa un orso vicino ad un eremo?”
La risposta è racchiusa nell’antica leggenda che narra di Romedio, ormai vecchio, che riuscì ad ammansire un orso e a cavalcarlo per poter giungere fino in città dove poter incontrare il Vescovo di Trento. Al suo ritorno, Romedio, decise di dedicarsi completamente all’eremitaggio e l’orso divenne il suo unico compagno di vita fino alla fine dei suoi giorni.
Dal 1958 nei pressi dell’eremo è sempre vissuto un orso a ricordo di questa storia. Il primo esemplare portato qui fu Charlie, un esemplare destinato a morte certa, sistemato qui per volere del conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, membro onorario del comitato di fondazione del WWF in Italia. Da allora l'area faunistica del santuario di San Romedio ha sempre ospitato esemplari di orso che altrimenti sarebbero andati incontro a tristi storie.
Noi abbiamo potuto conoscere Bruno, un bellissimo esemplare di orso bruno abruzzese, che nel caldo di questa estate torrida se ne stava completamente sdraiato all’ombra, con accanto un bel mucchietto di mele.
Cenni storici dell’eremo
Romedio era un nobile della prestigiosa casata tirolese dei Thaur. Siamo sul finire del X secolo quando sentì la vocazione di Dio e decise di donare tutti i suoi averi per ritirarsi ad una vita da eremita, sulla cima di una roccia. Alla sua morte, proprio su quella roccia, i suoi seguaci costruirono la sua tomba e dall’anno 1000 ad oggi il culto in Romedio non ebbe mai fine. Inizialmente era stata costruita solo una piccola cappellina per pregare sulle spoglie di Romedio, poi nel corso dei secoli si aggiunsero altre tre piccole chiesette, due cappelle e sette edicole, mentre il suo culto era sempre più forte in tutta la vallata. Una lunga scalinata venne costruita per agevolare la salita fino alla sommità e ancora oggi bisogna salire 130 scalini per arrivare alla tomba del Santo. A partire dal XV secolo le pareti della scalinata si riempirono di ex voto. Sempre verso la fine del XV secolo - inizi del XVI secolo il Santuario viene ampliato con la costruzione della Cappella di S. Giorgio, della Chiesa di S. Michele e della Chiesa di S. Romedio. Contemporaneamente viene edificato anche il campanile, sempre in stile gotico-clesiano.
Ancora al piano basso ci sono locali adibiti all'accoglienza dei pellegrini, stalle e fienili; tutto verrà rinnovato e migliorato a partire dal 1700, periodo in cui verranno apportate migliorie in generale a tutte le strutture preesistenti; infine si erigerà l'arco di ingresso al luogo sacro nel 1770.
Agli inizi del 1900 nell’area più esterna si è creato il parcheggio con l'edicola di San Romedio.
Oggi il bellissimo santuario è custodito dai frati dell'ordine di San Francesco d'Assisi. In loco sono presenti i bagni pubblici e un bar dove, oltre a caffè e gelati, si possono acquistare panini e bibite.
Sconsigliato alle carrozzelle e a chi ha difficoltà motorie nel camminare.
INFORMAZIONI UTILI
Aperto tutto l’anno con i seguenti orari:
da ottobre ad aprile: ore 9.00 -17.30
da maggio a giugno, e mese di settembre: ore 9.00 - 18.00
da luglio ad agosto: ore 8.30 -19.00
INGRESSO GRATUITO
Santuario di San Romedio
Coredo, Predaia (TN)
tel. 0463.536198 - 0463.636127
Azienda per Il Turismo Val di Non
Tel. 0463.830133
Email: info@visitvaldinon.it
WEB: Visit Val di Non