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Comacchio, un gioiellino tra terra e acqua

Comacchio è uno di quei luoghi che hanno sempre attirato la mia attenzione, essendo appassionato di natura e birdwatching.
Così quest’anno, di ritorno da qualche giorno di svago a Gardaland e a Verona, dei quali vi parlerò in prossime occasioni, insieme alla famiglia abbiamo deciso di fermarci un paio di giorni a Comacchio.
Il centro storico è stata una piacevolissima scoperta, con i suoi canali ed i suoi ponti che le hanno valso il nome di Piccola Venezia.
Comacchio sorge nei pressi della foce del Po ed ha una storia antica che la vide nascere circa 2000 anni fa.
Non starò ad annoiarvi con la storia, ma preferisco descrivere subito cosa c’è di interessante da visitare in questa piccola e graziosa città.

 

 

Comacchio

Comacchio

Tra i canali svettano importanti edifici, come l’Antico Ospedale degli Infermi, oggi sede del Museo archeologico Delta Antico, il Duomo di San Cassiano, la Loggia del Grano e la Torre Civica. Bellissimi sono i ponti che permettono di spostarsi tra un canale e l’altro; tra tutti il più imponente e maestoso è il Ponte Pallotta, conosciuto anche come Trepponti o Ponte degli Sbirri.
Percorrendo via Mazzini, lasciandosi alle spalle la Cattedrale, si giunge al Loggiato dei Cappuccini dove si trova anche l’ingresso del Museo della Manifattura dei Marinati.
A fianco al loggiato c’è una lunga via dove è possibile parcheggiare gratuitamente. Da qui il centro si raggiunge facilmente e comodamente con una passeggiata di appena 5/10 minuti.

Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio
Canali di Comacchio

Canali di Comacchio

Museo della Manifattura dei Marinati

Lo abbiamo visitato insieme a nostra figlia di 9 anni ed è rimasta molto colpita ed affascinata anche lei, per cui è sicuramente una di quelle cose che consiglio vivamente di non perdere.
Si tratta dell’antico stabilimento dove lavoravano le anguille, peculiarità della zona di Comacchio. Ora è divenuto un museo, dove poter scoprire uno spaccato del passato recente di questi luoghi. Solo in alcuni periodi dell’anno una parte di questo edificio viene ancora utilizzato per cuocere e marinare le anguille.
La visita comincia al piano superiore dell’edificio, dove ci si può accomodare
in alcune poltroncine e gustarsi dei filmati che raccontano di come avveniva la pesca delle anguille e di come poi venivano lavorate. Alcuni filmati sono dei veri e propri documenti in bianco e nero. Uno in particolare è tratto dal film La donna del fiume, con Sophia Loren, girato proprio all’interno di questo edificio.
Si prosegue poi con la stanza che riproduce uno spaccato di palude. Qui trovano posto le imbarcazioni denominate marotte, particolari in quanto chiuse anche nella parte superiore, ma con presenza di fenditure che favorivano il ricambio dell'acqua e, dunque, la sopravvivenza del pesce che, trasportato con questo sistema, poteva compiere anche viaggi molto lunghi. Molti altri attrezzi da lavoro sono esposti in questa sala, ognuno col suo nome, ognuno con un ruolo ben preciso. La stanza che ha affascinato maggiormente nostra figlia è stata la Sala dei Fuochi, dove venivano cotte le anguille. E’ tutto talmente reale, rimasto integro, che sembra veramente di esserci alla marinatura delle anguille. Questi grossi camini venivano attrezzati con degli enormi spiedi, dove le anguille, decapitate, venivano infilzate per la cottura. Grazie al recupero di questo antico edificio, la marinatura delle anguille può avvenire in maniera tradizionale, come avveniva secoli fa, ovvero con la cottura sul fuoco e la marinatura in recipienti detti zangolini, dove insieme alla salamoia si aggiunge aceto e alloro. Tutto ciò permette di mantenere commestibile il pesce per tutto l’anno, ben chiuso in recipienti di latta.

Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati
Museo della Manifattura dei Marinati

Museo della Manifattura dei Marinati

Il secondo giorno non ci siamo lasciati sfuggire un bel giro in barca, alla scoperta delle Valli di Comacchio, della loro storia e della storia dei suoi abitanti.

Le Valli di Comacchio rappresentano una zona umida paludosa che si mantiene tale grazie all’aiuto dell’uomo. La guida ci ha spiegato la differenza tra l’ambiente della Saline (che purtroppo non siamo riusciti a visitare, ma sarà il pretesto per ritornare) e le Valli. Nelle Saline l’acqua è molto bassa, una quindicina di centimetri ed è salata, mentre nelle Valli si viene a creare un buon mix tra acqua del mare e acqua dolce, per cui qui l’acqua è salmastra e raggiunge più o meno 1 metro di altezza. Le Valli di Comacchio rappresentano molto bene una situazione in cui l’uomo e la natura convivono... come lo ha definito la guida è un ambiente naturalmente antropizzato, infatti se non ci fosse l’uomo a mantenere questo delicato equilibrio la natura modificherebbe profondamente quest’ambiente e non sarebbe più luogo ideale per le anguille e neanche per i tantissimi uccelli stanziali.
Il nostro giro in barca di 1 ora e 45 minuti ci ha permesso di vedere un’enorme colonia di fenicotteri, residenti tutto l’anno a Comacchio, oltre ad aironi, tuffetti ed altre specie tipiche delle zone paludose. Fino a non molti anni fa la pesca delle anguille era la risorsa economica principale per gli abitanti del luogo e quindi, qua e là nelle valli, spuntano grandi casoni dove i “vallanti” stavano anche per diversi mesi per dedicarsi completamente a quest’attività.
Due di questi casoni (ma onestamente non so se ce ne sono altri adibiti alla medesima funzione) sono stati trasformati in musei, ed anche questa visita è stata molto ma molto interessante. Uno era il casone dove dormivano e mangiavano i vallanti, mentre l’altro era quello dove si dedicavano alla sistemazione delle anguille, in attesa di riportarle alla Manifattura dei Marinati.
La vita qui era molto dura, tra il freddo, l’umidità e la fame i vallanti dovevano lavorare veramente sodo. Delle stanze anguste e spoglie accoglievano delle reti dove veniva messa un po’ di paglia, un piccolo armadietto e un bastone attaccato al soffitto con due bottiglie di vetro a ricoprire i fili per evitare che i topi andassero a rosicchiare quel poco di cibo che avevano a disposizione.
La stanza più grande era quella dove si mangiava, con al centro un grosso tavolo, panche tutto intorno e un camino che era l’unico modo per scaldarsi un po’. Vi era poi un locale per lo scrivano che aveva il compito di tenere la contabilità. Questi casoni sorgevano e sorgono tuttora in stretti lembi di terra in mezzo all’acqua ed oltre alla funzione di stazione di pesca servivano anche per tenere sotto controllo la pesca di frodo. Anni indietro la pesca dell’anguilla a Comacchio era un’attività regolamentata e solo chi era assunto come vallante ci si poteva dedicare. Al contrario però, la grande maggioranza della gente moriva di fame, e nonostante il divieto in molti si dedicavano comunque alla pesca, a questo punto definita di frodo.
Intorno ai casoni è stato costruito il lavoriero, ovvero, una trappola fissa in acqua che consente di catturare le anguille separatamente da cefali e altri pesci, che, spinti dall’istinto riproduttivo, tentano di migrare verso il mare, ma che in realtà restano intrappolati in questa struttura.
Risaliti in barca abbiamo potuto godere ancora un po’ della natura che ci circondava, soddisfatti di aver appreso qualcosa in più su Comacchio, sulla sua storia e sulle sue tradizioni.

Laguna di Comacchio
Laguna di Comacchio
Laguna di Comacchio
Laguna di Comacchio
Laguna di Comacchio

Laguna di Comacchio

CONSIGLI UTILI
Al fine di poter conoscere al meglio Comacchio e le sue origini consiglio di fare una bella passeggiata in centro dove, oltre a vedere i posti sopra indicati, troverete sicuramente qualche residente del posto con cui scambiare quattro chiacchiere. Se poi lo fate fuori stagione turistica ancora meglio, vi permetterà di osservare la vita quotidiana dei paesani integrandovi con le loro abitudini. Noi ad esempio siamo andati a fare spesa in diversi negozietti e siamo stati accolti come se fossimo del posto. Sulle panchine in cui ci siamo fermati a mangiare abbiamo avuto modo di parlare con qualcuno e ascoltare le conversazioni di paese. La gente è molto cordiale e familiare… tipico comunque della romagna.
Per i parcheggi non ci sono problemi, specialmente come dicevo prima, in bassa stagione.
Consiglio vivamente la visita al Museo della Manifattura dei Marinati associata poi al giro in barca sulle valli; In questo modo avrete l’occasione di conoscere le origini del luogo e della pesca delle anguille.
Nonostante non abbiamo avuto l’occasione di visitarle, credo siano molto interessanti anche le saline, che vanno a completare il quadro delle Valli di Comacchio.
Inoltre, vicinissimo al paese, si trovano diversi lidi marini in cui trascorrere piacevoli giornate estive.
Infine, giusto per chiudere il quadro delle attrazioni, vi consiglio di visitare l’Abbazia di Pomposa che si trova a meno di 20 km di distanza in direzione nord.

INFORMAZIONI TURISTICHE UTILI
Comune di Comacchio: www.comune.comacchio.fe.it/index.php/Citta-e-Territorio

Portale provinciale: www.ferrarainfo.com/it/comacchio/comacchio

CO.GE.TOUR (Società consortile gestione turistica Delta del Po ar.l)
Strada Statale 309 Romea, 6
44022 - COMACCHIO (FE)
Tel: 340.2534267 - Tel/Fax 0533.81302
Email: info@podeltatourism.it
WEB: www.vallidicomacchio.info

Tag(s) : #Viaggiare in Italia, #Emilia Romagna

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