La Palude di Colfiorito
Il Parco di Colfiorito è un’importantissima oasi faunistica che si trova in provincia di Perugia ai confini con le Marche. La maggior parte del suo territorio è considerato paludoso. Infatti più comunemente viene denominata “Palude di Colfiorito”. Con un’area che si aggira intorno ai 100 ettari di palude e più di 200 di terreno, essa si trova ad un’altitudine di 800 metri sul livello del mare, una cosa inconsueta per questo tipo di palude.
In estate il livello dell’acqua non è molto basso e lo si può vedere benissimo dai vari punti di avvistamento. La foltissima vegetazione acquatica sembra appiattire ancor di più il livello. Un’intera distesa di canne alte più di 3 metri ricopre poi quasi tutto il territorio dando così agli animali un rifugio sicuro.
In inverno invece il livello dell’acqua tende naturalmente ad aumentare. Per garantire però che in estate ce ne sia a sufficienza è necessario che faccia molta neve al fine di riempire le numerose falde sotterranee. Questo infatti è stato il problema di quest’anno in cui la neve si è fatta vedere molto poco. Di solito questa zona è interessata da numerose e continue nevicate che però portano molti disagi agli abitanti della zona. La strada che attraversa la zona è un punto cruciale per il collegamento tra Marche ed Umbria. Per chi l’avesse dimenticato questa è stata la zona più colpita dal terremoto del 1997.
Dalla parte dell’Umbria si raggiunge attraverso la strada Flaminia fino ad arrivare a Foligno e poi si seguono le indicazioni. Per chi invece viene dalle Marche basta prendere la SS 77 Valdichienti.
In uno dei punti di avvistamento più frequentati si può vedere benissimo il più importante inghiottitoio costruito dall’uomo in questa palude. Denominato “Il molinaccio”, per la presenza di un vecchio mulino in fase di ristrutturazione, questo inghiottitoio è stato riportato allo stato primario e ci mostra tutto il suo fascino ingegneristico. Esso è stato costruito probabilmente dai romani in quanto moltissimi altri resti di quell’epoca sono visibili in queste zone. I più importanti sono sicuramente i resti della vecchia città di Plestia, dove intorno ad una chiesa ad oggi ancora utilizzata, si possono ammirare i recenti scavi che hanno riportato in superficie i resti di intere case.
Questa palude è molto importante per due diversi motivi: primo perché ricchissima di fauna acquatica, secondo perché è un punto strategico per gli uccelli migratori che qui trovano cibo e riposo in completa tranquillità.
Nell’acqua vivono moltissimi pesci tra cui i più singolari sono l’anguilla e la tinca. Naturalmente come ogni palude che si rispetti non possono mancare svariate specie di anfibi.
Gli uccelli però sono quelli che fanno da padroni. Infatti qui vivono, e alcuni svernano pure, moltissimi uccelli di ogni tipo. Tra i tanti ce n’è uno di particolare rilevanza faunistica. Sto parlando del “tarabuso”. In Italia ce ne sono solamente qualche decina di esemplari, e la metà di essi si trovano appunto in questa palude.
Moltissimi appassionati, conoscitori di questo evento, fanno visita alla palude per cercare di vederli e/o addirittura fotografarli. Una missione altamente impossibile :( Questo uccello, simile ad un airone, ha un colore nocciola che lo rende particolarmente invisibile all’interno della fissa vegetazione di canne. Pertanto l’unico modo per vederlo è quando, in quelle rare volte, va a caccia di animaletti nei campi limitrofi. Solo pochi fortunati posso raccontare questa storia :(
Un altro uccello abbastanza raro è l’airone rosso, che come si può immaginare dal nome, è chiamato così per il roseo piumaggio. Questo è molto più semplice vederlo. Proprio la scorsa settimana ne ho fotografato benissimo uno, sia in volo che fermo sulle canne :))))))))))
Tra gli altri uccelli non dimentichiamo il tarabusino, l’airone cenerino, il germano reale, la folaga e il mestolone. Tutti uccelli tipici di palude.
Nelle zone limitrofe vivono moltissimi altri animali tipici dell’Appennino centrale. Tra i più caratteristici sicuramente il gufo reale e il gatto selvatico.
La particolarità di questa palude sta anche nella struttura. Infatti su 2 lati è affiancata da due strade, di cui una statale. Gli animali sembrano essersi abituati a questa cosa anche se l’istinto animale rimane sempre forte.
Il comune ha creato su un lato della palude un camminatoio in terra battuta, per agevolare anche i disabili, al fine di lasciare ai visitatori lo spazio necessario per ammirare questo spettacolare posto senza andare ad incidere sulla flora adiacente.
Di tanto in tanto troviamo anche dei tavoli in legno e dei cestini per la spazzatura. Nelle giornate calde sono molte le persone che si fermano a fare un pic-nic o al limite una semplice passeggiata.
Gli altri due lati invece costeggiano dei campi agricoli, pertanto sono accessibili sono con scarponi o stivali, se la terra è bagnata, o semplici scarpe da tennis se la terra è asciutta. Questo giro di solito lo effettua gente che veramente vuol andare a scovare gli animali per studiarli e fotografarli. (come me ad esempio :))))
Per chi invece non vuol camminare, seguendo una breve strada sterrata si arriva ad un avvistatoio costruito in legno, dove, tramite delle piccole finestrelle si possono ammirare gli animali senza disturbarli. L’unica raccomandazione è cercare di fare meno rumore possibile.
Un altro piccolissimo avvistatoio è stato costruito dentro la palude, ma per arrivarci bisogna per prima cosa conoscere perfettamente il posto e poi indossare degli stivali.
Oltre che per la palude, Colfiorito e dintorni sono noti per la coltivazione delle lenticchie e delle patate rosse. Da non dimenticare che anche l’allevamento è uno delle fonti principali di questa zona. Qui infatti possiamo trovare salumi e formaggi tipici di ogni genere, di qualità eccelsa e nostrana.
La patata rossa, simbolo del paese, da’ il nome anche ad una nota sagra che si festeggia la settimana dopo ferragosto con durata di 9 giorni.
I visitatori potrebbero approfittare appunto di questo periodo per unire tutti i fattori sopra citati. Per chi ancora non si accontenta ci sono numerosi percorsi escursionistici sia a piedi che in mountain bike, nonché possibilità di escursionismo equestre.
Sicuramente una zona dove passare delle splendide giornate in mezzo alla natura incontaminata, in un ambiente dove ancora l’agricoltura e l’allevamento sono le principali fonti di guadagno.
Chi volesse ulteriori informazioni può rivolgersi ai gestori dell’area:
Gestore: Consorzio fra Enti Pubblici
Sede: via Adriatica - 06030 Colfiorito di Foligno (PG)
Telefono: 0742/681011 - 0742/342415
Fax: 0742/680098